Nel centro di Città del Messico, a poca distanza dall’Alameda Central e da Bellas Artes, si trova una zona che è conosciuta come Ciudadela.
Si tratta di due piazze (una più piccola, l’altra più ampia) e di due importanti edifici. La piazza più piccola è chiamata Plaza de la Ciudadela, quella più estesa porta il nome di José Maria Morelos, ma molti la chiamano esattamente come l’altra.
La zona è famosa soprattutto per la presenza dell’omonimo mercato (Mercado de las Artesanias de la Ciudadela, uno dei luoghi più frequentati della città per comprare oggetti vari e souvenir). Uno spazio che mi piace molto per vari motivi e che attraverso pressoché ogni giorno perché a pochi passi dall’appartamento in cui vivo.
Al centro della piazza José Maria Morelos, circondato da quattro vecchi cannoni, svetta il monumento raffigurante questo eroe della rivoluzione di indipendenza messicana a cui la piazza fu intitolata nel 1915, per il centenario della sua morte.
Il nome Ciudadela invece, è legato alla presenza di un edificio che fu realizzato tra la fine del 1700 e i primi del 1800 (fu terminato nel 1807 per la precisione), che affaccia proprio su questa piazza.
È un edificio che nacque come Real Fábrica de Tabacos de la Nueva España, un settore all’epoca molto ricco e in rapida crescita per cui bisognava dotarsi di spazi adeguati. Ma già pochi anni dopo, era il 1815, fu usato per altri scopi. Fu cioè la prigione in cui venne detenuto l’eroe della rivoluzione (J. M. Morelos) da dove poi venne fatto uscire e condotto a San Cristóbal Ecatepec per essere fucilato.
L’anno seguente, era il 1816, questo spazio divenne il Parque General de Artillería e si convertì così in una cittadella militare (in spagnolo Ciudadela).
Nel corso degli anni successivi ha subìto molti cambiamenti ed è stato destinato a vari usi, pur sempre rimanendo legato all’ambito militare (deposito di armi, quartier generale, sede di vari laboratori, ospedale, magazzino per medicinali, prigione politica) fino ad arrivare ad epoca più recente quando, nel 1944, l’allora presidente de la Repubblica Manuel Ávila Camacho, decise di destinare parte dell’edificio alla Biblioteca de México grazie soprattutto a José Vasconcelos, personaggio importante per la storia e lo sviluppo culturale del paese, che insistette per riscattare e dare nuova importanza alla Biblioteca Nacional (Vasconcelos fu Ministro dell’Educazione, uno dei più apprezzati e per questo ricordati).
Nel 1987 l’edificio fu oggetto di nuova ristrutturazione e gli enormi patii interni furono coperti con strutture leggere in acciaio e vetro in modo da creare ampi e luminosi spazi fruibili, nuove sale di lettura e studio. Nel 2011 infine, il Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti del Governo Messicano (conosciuto come CONACULTA) ha deciso di consegnare a la Ciudadela la sua connotazione attuale, ovvero la Città dei Libri.
Oggi l’edificio è un bellissimo spazio polivalente che ospita una biblioteca, spazi per leggere e studiare, spazi in cui vengono messi a disposizione strumenti tecnologici all’avanguardia, spazi espositivi per mostre ed eventi, sale per l’infanzia, ambienti per chi ha disabilità.
Sul lato opposto della piazza si affaccia lo spazio che ospita il Mercado de la Ciudadela, ben riconoscibile per via delle pareti che lo delimitano, tinteggiate di giallo e solcate da una linea blu, nonché dal nome scritto a chiare lettere.
Un tempo usato anch’esso come deposito di armi, alla metà degli anni ’60 fu concesso dal Governo agli artigiani che potevano usarlo per esporre i propri prodotti. L’inizio vero e proprio del mercado de las artesanias si fa risalire però al 1968 quando, in occasione delle Olimpiadi, gli artigiani di tutta la Repubblica furono invitati a portare qui la loro arte e la loro maestria dando vita ad un bazar ricco e colorato. Passati i giochi olimpici, il mercato rimase e in occasione di un nuovo importante evento sportivo, i mondiali di calcio del 1970, fu la sede ufficiale dove comprare i souvenir legati alla manifestazione.
L’enorme successo riscosso, lo hanno reso il mercato fisso che è oggi, un luogo dove si può trovare tutto ciò che ha a che fare con l’artigianato del Messico, dai tessuti, agli oggetti in legno, a quelli in argilla (piatti, ciotole, vasi), in vetro, metallo, alle chitarre, ai giocattoli, alla bigiotteria, ad un’infinità di altri prodotti.
Ma ciò che più mi ha colpito, una cosa che adoro, è il radunarsi di centinaia di persone che oggi vengono qui per ballare e divertirsi tutti insieme. Centinaia di appassionati del baile di vario genere (cumbia, salsa, bachata, danzón) si danno appuntamento in queste due piazze e si scatenano al ritmo di musica, tra chi è esperto e chi vuole imparare. Un caleidoscopio di personaggi colorati e diversissimi fra loro, per età, per modo di vestirsi, per capacità messe in mostra.
Sono rimasto totalmente affascinato dalla sensualità e femminilità di alcune donne, in età visibilmente avanzata, che si muovevano in un modo incredibile. E c’è anche chi viene semplicemente per starsene in disparte ad osservare e commentare, indicando quelli che secondo lui/lei sono i più bravi, i maestri.
A margine di questa massa allegra e variegata, che non si ferma un attimo, c’è chi allestisce un piccolo mercato sul marciapiede per vendere abbigliamento e cappelli e c’è chi coglie l’occasione per sfoggiare un’auto che.. non saprei davvero definire. Bella? Sì, ma anche brutta. Un oggetto che pare uscito da un film (a me ha fatto pensare contemporaneamente a Mad Max e Zed, il criminale-buono-imbranato di “Scuola di polizia”).
Questo ritrovarsi tutti insieme in piazza per ballare, normalmente, di pomeriggio, senza dover aspettare una ricorrenza particolare o una festività, la trovo una cosa meravigliosa, una cosa che penso rappresenti molto bene lo spirito positivo, leggero, godereccio dei latini.
Se vi muovete con i mezzi pubblici è raggiungibile sia con la Metro che con il Metrobus, per entrambi fermata Balderas.
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